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Fabio Melis Studio

Fabio Melis, romano del 1979, si avvicina alla musica fin da bambino ascoltando con interesse i dischi di suo padre e di suo zio, collezionisti di vinili ed estimatori della grande musica rock internazionale degli anni '70 e '80. La passione per la chitarra nasce dopo la scoperta dell'inconfondibile suono con il quale Mark Knopfler, insieme alla sua fidata Schecter Stratocaster, caratterizzò il percorso dei Dire Straits tra il 1978 e il 1985.

Giugno del 1988, Fabio ha solo nove anni quando ascolta per la prima volta l’artista che più di altri ne determinerà la formazione artistica: Bruce Springsteen (quando scoprirà che Springsteen aveva più o meno quell’età quando rimase folgorato da Elvis Presley guardando l'Ed Sullivan Show nel 1957 si farà una grande risata). Il “Tunnel Of Love Express Tour” di Springsteen fa tappa in Italia, ma Fabio resta a casa: al Flaminio di Roma ci vanno suo padre e suo zio perché lui è troppo piccolo. In casa non si ascolterà altra musica per mesi e Fabio dovrà attendere il 25 maggio del 1993 per vedere la prima volta dal vivo quello che è diventato il suo idolo.

Negli anni trascorsi tra il 1988 e il 1993,  molti artisti hanno un ruolo cruciale nella formazione musicale del ragazzo:  sono nomi che appartengono alla storia musicale della East Coast quanto della West Coast americana, ma anche del pop più mainstream e della soul music come Eagles, Jackson Browne, Bob Seger & The Silver Bullet Band, Creedence Clearwater Revival, Lynyrd Skynrd, Tom Petty & The Heartbreakers, Ike and Tina Turner, Southside Johnny & The Asbury Jukes, Little Steven & The Disciples Of Soul, ZZ Top. Fabio ascolta di tutto, dai grandi classici come Eric Clapton e Rod Stewart, fino – recentemente – a Joe Bonamassa, i Blackberry Smoke e la country music.

Dopo le scuole medie si iscrive all’Istituto per la Cinematografia e TV “Roberto Rossellini” (scegliendo la specializzazione di fonico) e l’ambiente artistico nel quale opera consente di approfondire ulteriormente la sua passione per la musica. Al Cine Tv è presente un laboratorio di musica i cui docenti sono Pietro Tirabassi ed Enzo Civitareale. I due incitano Fabio a esplorare la sua vocalità e lo invitano ad esibirsi insieme a loro con i Riding Sixties, storica band romana che rende omaggio al Beat degli anni Sessanta (i primi Rolling Stones, i Rokes, ma anche il primo Bob Dylan elettrico). Al Cine Tv è tradizione che a maggio si tenga il concerto di fine anno nel  cortile scolastico, cosi nel 1997 insieme ad altre band i Riding Sixties eseguono tre classici dei Creedence Clearwater: Have You Ever Seen The Rain, Who’ll Stop The Rain e Proud Mary. Negli anni successivi seguono esibizioni al Fonclea e al Big Mama, storici locali rock e blues della capitale.

All’inizio del 1998, ormai diciannovenne, Fabio forma The Skies, la sua prima band, e inizia ad esibirsi dove capita, proponendo un repertorio costituito principalmente da brani dei Creedence Clearwater Revival, degli America, degli Eagles e dei Dire Straits. Nella formazione militano il suo professore di linguaggio cinematografico Enzo Civitareale (batteria) e gli amici Luca Galloni (basso) e Andrea Illuminati (chitarra e cori). Quest’ultimo è un chitarrista dotato di grande tecnica e orecchio musicale e sarà per Fabio fonte di grande ispirazione.

Nel 1998, la morte dell’amata nonna materna spinge Fabio a scrivere il suo primo brano originale dal titolo Sweet Caroline e ad accorgersi che anche attraverso la scrittura, non solo cantando il repertorio altrui, può esprimere le proprie emozioni. Inizia in quel momento il suo percorso da cantautore. Nel 2001 una versione embrionale di quel primo brano diventa la sigla di apertura della trasmissione radiofonica “Demo l’acchiappatalenti”, condotta da Michael Pergolani e Renato Marengo e in onda su Radio 1. Da quel momento Fabio comincia a scrivere brani originali destinati a rimanere chiusi in un cassetto per molti anni.

Fabio Melis e Lorenzo Perracino Fabio Melis Geronimos Pub 1

 

Nel 2004 fonda insieme a Fabio Brencio gli E Streets Of Fire, band tributo a Bruce Springsteen & The E Street Band in cui è coinvolto anche suo fratello Marco (chitarra e cori). Nel corso degli anni la band si crea un seguito romano e nazionale e viene invitata a partecipare in vari festival rock in Svizzera, Belgio e Romania.

“Suonare le canzoni di Bruce Springsteen con gli E Streets Of Fire – dice Fabio – mi ha aiutato negli anni a crescere come musicista e performer, offrendomi la possibilità di entrare in contatto con molte persone con le quali condivido l’amore per questo straordinario artista. Mi piace il divertimento che scaturisce da quella musica ma non mi sono voluto fermare lì”


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Alla fine del 2018 iniziano le sessioni di registrazione per il primo album di inediti “Runaway Train”.  C’è Beppe Basile, uno dei migliori batteristi italiani (che Fabio conosce in Rai nel periodo in cui Beppe milita nella band “Social Band” di Luca Barbarossa che ogni giorno è in onda su Radio 2), e c’è il collega e amico Daniele Di Noia. Al pianoforte e all’organo viene chiamato Domenico Langella, amico di vecchia data dotato di grande tecnica. Fabio compone, naturalmente canta le sue canzoni e registra tutte le parti chitarristiche.

A un brano in particolare serve qualcosa di speciale. Lovin’ Eyes si ispira fortemente a quelle sonorità tipiche del Jersey Shore che Fabio tanto ama. Il suono di Asbury Park richiede chitarre rock, il piano e l’organo Hammond: c’è tutto. Ma per raggiungere l’anima rhythm’n’blues di tanti dischi amati (il brano prende spunto da lavori come “Better Days” di Southside Johnny & The Asbury Jukes e “Men Without Women” di Little Steven & Disciples Of Soul) è necessaria una sezione fiati. Allora perché non “quella” sezione fiati? L’unica strada percorribile sembra proprio essere quella che porta ai Jukes di Southside Johnny!

Si avvia il contatto con John Isley, sassofonista dei Jukes, e tutto succede meravigliosamente: il rock’n’roll è questo, “è riconoscersi dall’odore” direbbe Eugenio Finardi. Affare fatto, accade l’impossibile: John non solo accetta di far parte dell’album, ma si propone anche di arrangiare personalmente la linea dei fiati di “Lovin’ Eyes” e di scrivere le parti che saranno poi registrate dai Jukes o suonate da lui col suo sax per altri brani.

“Follow that dream, wherever it may leads…” cantava qualcuno, e aveva dannatamente ragione!

Accade tutto nei giorni in cui è vivo il rapporto con la Route 61 Music di Ermanno Labianca, che da mesi segue l’evoluzione della musica di Fabio e che si è ripromessa di produrre l’album. Che ora è realtà: 14 tracce inedite per scoprire un giovane artista innamorato della storia del rock.

La band che accompagnerà Fabio dal vivo, Steel Dreams, è così composta:
Fabio Brencio (batteria), Marco Melis (chitarra e voce), Daniele Di Noia (basso), Domenico Langella (piano e organo) e Lorenzo Zega (sassofono e percussioni).

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